John Hawkwood detto Giovanni Acuto
Affresco di Giovanni Acuto nel Duomo di Firenze |
John Hawkwood era il secondo figlio d'un conciatore di pelli del villaggio di Sible Hedingham nella contea d'Essex, in Inghilterra, dove nasce nel 1320. Alcuni biografi confondono il mestiere con quello del sarto, prima che John diventasse soldato. Numerose leggende circolano sulla sua persona e sulle sue origini; è chiaro che non era originario di Firenze e nemmeno della penisola italica, proveniva appunto dall’Inghilterra.
Vocato alle armi, impara il mestiere durante la guerra dei Cento Anni in Francia, prima combattendo sotto Edoardo III, poi alla testa di una sua compagnia, che saccheggia la Provenza. Arrivato in Italia nel 1360, è al servizio di Pisa, poi dei Visconti di Milano, poi di papa Gregorio XI infine di Firenze, dove il suo nome viene italianizzato in Giovanni Acuto; il nome italiano gli fu attribuito da Niccolò Machiavelli.
In quel periodo i fiorentini gli perdonano di aver guidato le truppe pisane contro di loro nel 1364. Considerato il primo condottiero dei tempi moderni fondò una banda di mercenari, la “Compagnia bianca del Falco”, che si schierava in difesa dello stato che la pagava meglio.
È un esponente importante della Cavalleria medievale. Sposò una figlia illegittima di Bernabò Visconti nel 1377 e poco dopo sciolse l'alleanza anti-papale, provocando l'ira dei nobili parenti: dopo un acceso diverbio con il duca, egli firmò un trattato di amicizia ed alleanza con la Repubblica di Firenze.
Morì nel 1394 a Firenze, venne sepolto con grandi onori. In seguito, le spoglie furono traslate nella città natale dal figlio, su richiesta del sovrano inglese Riccardo II.
In sua memoria la città di Firenze commissionò il celebre ritratto equestre a Paolo Uccello, capolavoro eseguito nel 1436 e conservato nel duomo nel quale era sepolto, dice l'iscrizione: "Joannes Acutus Eques Britannicus Dux Aetati Suae Cautissimus Et Rei Militaris Peritissimus Habitus Est".
Hanno detto di Giovanni Acuto:
- Capitano peritissimo nell'arte militare sopra tutti gli altri dei suoi tempi. Gran maestro di guerra. Un rinnovatore della figura del capitano di ventura.
- Il primo vero generale dei tempi moderni.
- Ha dominato per 30 anni la scena militare italiana. Il più celebre di tutti i condottieri, inglese d’origine ma diventato fiorentino con il cuore.
- Famoso, più per le sue infedeltà che per il suo valore. Assai poco scrupoloso. Preferì essere il primo dei condottieri che l'ultimo dei Signori d'Italia.
Antonio da Faenza in passato ha integrato questo mio scritto con le seguenti notizie di Giovanni Acuto:
Giovanni Acuto non fu un grande generale, bensì un Capitano di Ventura che si schierava con chi pagava meglio e... pronto a fare massacri per i soldi e per il bottino. Il 2 febbraio 1377 su ordine del Cardinale Roberto di Ginevra, inviato in italia dal papa Clemente, allora ad Avignone, dopo aver massacrato la popolazione di Faenza, assoggettato Bagnacavallo ( dove esiste ancora la "torre dell'Acuto" e Castrocaro che misa a Sacco anche se gli abitanti se n'erano fuggiti a Forlì, nella data su accennata, diede il via ad uno dei più grandi massacri che le cronache del tempo riportano: furono uccisi dai 4000 ai 6000 abitanti di Cesena in tre giorni ( e notti) di massacri efferati. Rimase con i suoi soldati fino ad Agosto, dopo aver depredato le colline e la pianura circostante fino a che il papa non vendette Cervia ai Veneziani per 3000 scudi che furono consegnati all'Acuto affinché de ne andasse. Poco tempo prima furono pagati 15300 fiorini d'oro al Tornabarile ( nome italianizzato) del suo luogotenente che si era da tempo acquartierato a Castrocaro. La ragione di questo suo servizio è nel fatto che Firenze, cercando di contrastare la politica del papa in Romagna, inviò in tutti i castri romagnoli alfieri con la bandiera che riportava la parola "LIBERTAS", invitandoli a non pagare le tasse al papa. Il papa, vedendo che gli incassi erano fortemente scesi per la ribellione dei suoi sudditi romagnoli, inviò l'Acuto e il Cardinale a dare lezioni punitive memorabili. Passò al servizio dei fiorentini - Paolo Uccello lo immortalò nell'affresco in Santa Maria del Fiore e il cavallo con le zampe destre alzate contemporaneamente non fanno pensare ad un errore del pittore (disegnereste una macchina con 6 ruote?) ma una sottile enfatizzazione che egli era più un grande equilibrista politico che un soldato.
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