Firenze Capitale d'Italia 1865-1870, cinque anni di...
Inizia con questo post una piccola rassegna dei fatti, degli uomini e dei luoghi che hanno caratterizzato la città di Firenze nel periodo che va dal 1865 fino al 1870, quando per fortuna o per forza, la capitale d'Italia si spostò sulle rive dell'Arno.
Saranno brevi raccolte di dati e di episodi che spero possano far ricordare uno spaccato della vita cittadina che molti di noi hanno studiato, ma poi tralasciato per i più svariati motivi.
Il logo adottato per ricordare i 150 anni di Firenze Capitale d'Italia 1865 - 2015 |
Tutto partì dal Protocollo allegato alla Convenzione che fu firmata il 15 settembre 1864 con lo stato francese, esso prevedeva il trasferimento della Capitale d'Italia.
La trattativa portò ad un compromesso, la Francia non voleva che la Capitale fosse la città di Roma e questo trattato fu la garanzia che questo non avvenisse. Tra le varie città, l'unica che poteva dare una garanzia ed un nome importante al nuovo Regno d'Italia era Firenze.
Tutti sapevano però che il trasferimento non poteva durare a lungo, la città eterna era l'ultimo obbiettivo e Firenze doveva funzionare da traghettatrice; ma non fu tutto così semplice.
Il trasferimento dei numerosi ministeri e delle residenze delle alte cariche dello stato portarono numerose difficoltà di ogni ordine e grado. Torino non voleva lasciare questo privilegio, essere la capitale del regno portava numerosi vantaggi. Il 21 e 22 settembre 1864, poco dopo la firma del trattato, scoppiò una grande protesta nella nordica città. La repressione del Regno fu durissima e sconfinò in un mare di sangue; morirono 52 persone e altri 187 rimasero feriti.
Il 23 gennaio 1865 dopo una indagine interna, la Camera decise che per quegli episodi non era da imputare a nessuno la responsabilità della perdita di vite umane e del danno occorso. Altri tafferugli e scontri con manifestanti si ebbero intorno alla settimana che andava dal 25 al 29 gennaio dello stesso anno e durante il corteo delle carrozze che portavano gli invitati ad un ballo organizzato dalla Casa Reale, vi fu un vero e proprio assalto alla "diligenza", questo episodio fu l'ultimo da parte dei manifestanti e fece terminare questa dura settimana di grandi proteste.
Il re Vittorio Emanuele non accettò di buon grado questo "vergognoso" comportamento da parte dei "suoi" sudditi che egli riteneva forse i più fedeli e vicini al casato. Arrabbiatissimo, pochi giorni dopo, il 3 febbraio 1865, lascia la città di Torino non nascondendo la propria amarezza e sentendosi particolarmente offeso dall'esagerata manifestazione di protesta nei confronti delle istituzioni.
Arrivò quindi il momento del trasloco a Firenze del re e della Casa Reale, del Governo e di tutti i suoi ministeri, un trasloco non libero da proteste e da difficoltà, molto difficile da gestire sia politicamente che sul piano internazionale, sia sulle questioni interne che nella logistica.
Firenze Capitale durerà poco più di cinque anni prima di raggiungere il luogo vero e naturale, Roma, la città eterna.
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