Castello: Villa Corsini museo archeologico permanente
Restaurata dopo un lungo abbandono e trasformata in Antiquarium del Museo Archeologico Nazionale, la villa Corsini di Castello sarà aperta al pubblico ogni sabato e domenica dalle 10 alle 13.
E’ il primo risultato tangibile del bel successo della mostra Per ville e per giardini, che quest’estate e in autunno ha portato a Castello (alle due ville medicee e a villa Corsini) circa 90 mila visitatori, oltre 13.000 solo in quest’ultima.
L’apertura permanente della villa si è resa possibile grazie al contributo dell’Ente Cassa di Risparmio (che ha finanziato anche i restauri e organizzato Per ville e per giardini) e all’Associazione Conoscere Firenze che metterà a disposizione dei volontari.
L’impianto della villa, parallelo a via della Petraia, risale come noto al Quattrocento, citata come abitazione rurale signorile della famiglia Strozzi. Opera del Tribolo e di Pierino da Vinci, il giardino avvolge l’edificio su tre lati secondo i canoni medicei: selvatico a nord, esedra con le Quattro Stagioni ad est e fiori a sud. Quando i Corsini l’acquistarono all’inizio del Settecento, la affidarono a Giovan Battista Foggini, che apportò profonde modifiche nello stile tardo barocco che costituisce l’aspetto attuale della villa.
I recenti restauri hanno infine consentito di farne una degna sede museale per i preziosi reperti del Museo Archeologico Nazionale che i visitatori di Per ville e per giardini hanno appunto potuto apprezzare. Villa Corsini ripresenta tra l’altro, dopo un lunghissimo restauro, l’Apollo saettante, una meravigliosa statua in marmo di età romana.
Accanto a numerose altre sculture antiche sono esposte anche alcune straordinarie collezioni: ad esempio la Galleria dei ritratti ideali e la raccolta medicea di iscrizioni latine (centinaia di epigrafi, statuette, bustini, ritratti, sarcofagi e urnette cinerarie) conservate un tempo agli Uffizi nella cosiddetta Sala del Ricetto.
La villa ospita però anche opere più recenti, fra cui il Fiume, menzionato da Giorgio Vasari, che il Tribolo realizzò per il giardino della villa. Il fulcro è L’Arianna dormiente la cui fama, fra xvii e xviii secolo, quando si trovava a Roma nei giardini di Villa Medici sul Pincio, è attestata dalle ammirate descrizioni dei viaggiatori del Grand Tour. Al suo fascino non sfuggì neppure Velázquez che riprodusse la scultura, una delle tre note del tipo, su una celebre tela del 1630, oggi al Museo del Prado.
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