Il Cimitero di Trespiano a Firenze
L'ingresso monumentale del Cimitero di Trespiano a Firenze |
Il Cimitero di Trespiano è forse il più famoso cimitero della città di Firenze. E’ inoltre uno dei principali, quello che nel tempo ha suscitato i maggiori investimenti in termini tecnologici e infrastrutturali classici. Prende il nome dalla frazione di Trespiano, che si trova proprio sulla strada statale di comunicazione con la montagna fiorentina di Morello, sulla via Bolognese in direzione di Pratolino.
E’ stato uno dei primi cimiteri ad essere istituito a seguito delle riforme del granducato lorenese verso la fine del XVIII secolo. Il decreto di riforma prevedeva il divieto di seppellire i defunti all’interno delle chiese. Il cimitero fu inaugurato il 1 maggio del 1784 e da subito prese forma l’aspetto monumentale. Non che prima non ci fossero cimiteri per il popolo. Ad esempio era stato istituito un cimitero a sterro nella Val di Lodole vicino alla frazione di San Pietro a Careggi. Era un cimitero usato per il basso popolo fiorentino che aveva denominato, per contrazione linguistica della valle che lo ospitava “delle Ballodole”. Questo cimitero rimase in funzione fino al 1783, anno nel quale fu inaugurato il Cimitero di Trespiano.
Il nome deriva dal latino “trans planum”, cioè un piano tra due valli, quella del Terzolle e quella del Mugnone. Fu il cimitero di riferimento della città e venne inaugurato il 1 maggio del 1784. Tutto l’impianto era stato pagato 329.511 lire toscane.
I lavori di ampliamento del Cimitero di Trespiano (foto Alinari) |
In un primo momento venne predisposto uno spazio limitato di territorio nel quale sistemare le sepolture, ma ben presto divenne necessario ampliare gli spazi che vennero individuati nel terreno adiacente e prossimi al torrente Terzollin e racchiudendo all’interno del perimetro la Villa il Pilastro e la Villa i Mandorli. La prima era appartenuta alla famiglia Davanzelli nel XV secolo e passata successivamente di proprietà fino alla famiglia Tassinari che nel 1786 cedette, la seconda era dei Frati domenicani di San Marco. Gli ampliamenti furono continui e nel 1881 il cimitero aveva una superficie utile alle sepolture di 18.000 metri quadrati, mentre 25 anni dopo, nel 1906 aveva quasi triplicato l’estensione fino a raggiungere 54.000 metri quadrati nel 1931.
Inizialmente la cura del cimitero non era pubblica, o meglio aveva una gestione religiosa. Erano i Padri Secolari che gestirono il cimitero di Trespiano fino al 1850 e da quell’anno passò ai Padri Cappuccini fino al 1890 che cedettero successivamente la gestione ad un Ispettore pubblico.
L’attuale accesso al cimitero Monumentale fu opera dall'architetto Umberto Fabbrini, che oltre al portale minimalista impiantò una fila di cipressi su di un vialone che si apre sulla valle ai piedi di Monte Morello.
La spettacolare veduta e lo scorcio fecero paragonare questo luogo alla valle di Giosafat. La valle di Giosafat originaria si trova tra il Monte del Tempio e il Monte degli Ulivi vicino a Gerusalemme.
La monumentalità delle sepolture che si trovano nel cimitero di Trespiano, lo rendono particolarmente suggestivo anche dal punto di vista architettonico. Numerose cappelle sono state disegnate e progettate da illustri architetti; quella di Bracco, ad esempio, fu edificata da Giovanni Michelucci tra il 1969 e il 1970. La cappella viene commissionata da Roberto e Domenico Bracco. Il progetto fu realizzato con la collaborazione di Aldo Pasquinucci e ultimato nel 1970. Posizionata lungo un viale dedicato alle cappelle di famiglia, nel contesto nella quale è inserita, paragonata con le architetture presenti, pare una voluta anomalia moderna. Le lastre di granito e la copertura in rame, cozzano con le candide facciate del marmo circostante. Ecco perché risulta molto particolare all’interno di una classicità ottocentesca, ritrovare una struttura moderna nello stile e nei materiali.
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