L'Annunciazione sul Duomo di Firenze
Non sarà famosa come l'Annunciazione di Leonardo da Vinci oppure quella del Beato Angelico, opere di pittura universali e di una bellezza straordinaria. L'Annunciazione che descrivo di seguito ha molte interessanti particolarità legate al periodo storico del 1300-1340 e alla trasformazione della Chiesa di Santa Reparata nel Duomo di Santa Maria del Fiore.
L'Annunciazione nel contesto della navata |
Ci troviamo sulla facciata
ovest del Duomo di Santa Maria del Fiore, la facciata iniziata da
Arnolfo di Cambio. Le navate del Duomo sono infinite, la cromatura
dei verdi e dei bianchi intervallati da macchie marroni di legno
intarsiato, e dal rosso del cotto delle coperture, danno ogni volta
una sensazione di incredulità: “come avranno fatto a realizzare
una così grande e splendida struttura”.
Sulla parete esterna quindi,
vicino al Campanile di Giotto, si trova una scultura trecentesca. E'
un rilievo di forma rettangolare allungato che rappresenta
l'Annunciazione. E' collocato in una posizione poco logica se
consideriamo il posizionamento delle lastre di marmo che formano il
rivestimento. Le tarsie del secondo riquadro posizionate ad ovest
della parete sul lato sud della navata destra non vedono questo
manufatto posizionato centralmente, inoltre è in posizione bassa e
posizionata nell'angolo destro.
Annunciazione |
Molto probabilmente la
posizione è spiegabile considerando la posizione del Campanile di
Giotto, perché il lato est del campanile ed il centro del secondo
riquadro sono strettamente collegati.
E' inoltre da considerare
che la zona tra il campanile e il duomo in passato, particolarmente
all'origine della costruzione, non era praticabile, proprio come ai
tempi odierni chiusa da una cancellata recentemente restaurata. Si
nota quindi che il sedile collocato in basso al riquadro della parete
è stato realizzato sino al limite dell'estremità destra, così come
il bassorilievo dell'Annunciazione che dal centro del riquadro si
posiziona con il limite massimo sulla destra.
Al tempo quindi si può
affermare che per il posizionamento dell'Annunciazione fu fissato un
terminus ante quem alla data del 1334.
Riguardo alla spiegazione
più specifica della collocazione in basso rispetto al quadrante, si
fa riferimento al fatto che molto probabilmente si tratta di una
sepoltura. Questo è evidenziato inoltre da una iscrizione incisa
sulla cornice bianca posta nella parte inferiore del quadrante. Ora
questa iscrizione è decentrata rispetto al bassorilievo e spostata
sulla sinistra, ma è universalmente accettato che faccia riferimento
alla sepoltura di cui sopra.
L'iscrizione si trascrive
visivamente cosi:
S' SOTIETATIS LAUDENSIUM
BEATE MARIE VIRGINIS QUI CONGREGANTUR
IN ECCLIA SCE REPARATE
ANNO D.NI MCCCX DE MENSE NOVEBER
e si estende linearmente
così:
SEPULCRUM
SOCIETATIS LAUDENSIUM BEATE MARIE VIRGINIS QUI CONGREGANTUR
IN ECCLESIA SCE REPARATE
ANNO DOMINI MCCCX DE MENSE NOVEMBER
Anche Davidsohn nella sua
“Storia di Firenze” ci conferma che in loco avvenivano delle
sepolture: “Il sepolcro comune dei membri della Società – riferendosi alla Compagnia di Santa Maria di Santa Reparata –
si trovava sul lato esterno sud di Santa Reparata.” .
Il sepolcro della Compagnia
dei Laudesi - una confraternita di Firenze chiamata anche di
Or San Michele o, per esteso, della Beata Vergine pura
Madonna Santa Maria di San Michele in Orto – che
in quel luogo era stato sistemato nel 1310, così come cita
l'iscrizione, fu probabilmente spostato a causa della costruzione del
campanile. Questa iscrizione infatti non dovrebbe essere l'originale
ma una replica di quella realizzata nel 1310.
Infatti
per il nuovo sepolcro fu dato un incarico specifico per la
realizzazione di una lastra da eseguire con tema l'Annunciazione. Il
modello era stato prescelto dai committenti ed era un'opera di
Arnolfo di Cambio, l'"Annunciazione" ora conservata al
Victoria and Albert Museum di Londra.
La
complessa iconografia del rilievo, che allude all'Incarnazione,
testimonia la sottigliezza speculativa di Arnolfo. L'opera, di
altissima qualità, è uno dei capolavori di maggiore intensità
espressiva e sembra stilisticamente precedere il momento della
facciata.
Non
conosciamo il vero autore di questa opera. Lo stesso è da ricercarsi
tra i maestri minori fiorentini del tempo che probabilmente
contribuirono in maniera determinante anche alla realizzazione della
vecchia facciata e del Campanile di Giotto. Alcuni nomi possono
essere individuati nel Maestro dell'Armatura, nel Maestro di Saturno
o nel Maestro di Noè. Negli stessi decenni erano attivi anche il
Maestro dell'edicola degli Ubriachi – opera conservata al Museo
Nazionale – oppure al Maestro del rilievo dei Tre Re Magi di
Santa Maria Novella.
Altro paragone può essere tentato con le figure a rilievo dell'Annunciazione e la Madonna col bambino e donatore, posta sulla Lunetta sopra la porta della Cappella del Podestà al Bargello di Alberto Arnoldi; uno stucco policromo della metà del XIV secolo.
L'Arnoldi è anche il realizzatore delle due statue poste sopra i frontoni delle finestre nel primo e secondo riquadro – partendo da ovest – sulla parete della navata nord. Esse sono state realizzate dall'Artista e a lui attribuite in considerazione del fatto che sono stilisticamente molto simili alle figure sull'altare dell'Oratorio del Bigallo del 1359-1364, che sono certamente opera dell'artista.
E' di conseguenza molto probabile attribuire a lui la realizzazione dell'Annunciazione, anche se su modello di Arnolfo di Cambio.
Altro paragone può essere tentato con le figure a rilievo dell'Annunciazione e la Madonna col bambino e donatore, posta sulla Lunetta sopra la porta della Cappella del Podestà al Bargello di Alberto Arnoldi; uno stucco policromo della metà del XIV secolo.
L'Arnoldi è anche il realizzatore delle due statue poste sopra i frontoni delle finestre nel primo e secondo riquadro – partendo da ovest – sulla parete della navata nord. Esse sono state realizzate dall'Artista e a lui attribuite in considerazione del fatto che sono stilisticamente molto simili alle figure sull'altare dell'Oratorio del Bigallo del 1359-1364, che sono certamente opera dell'artista.
E' di conseguenza molto probabile attribuire a lui la realizzazione dell'Annunciazione, anche se su modello di Arnolfo di Cambio.
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