Dante a Firenze? Nemmeno da morto! - Il Rifiuto di Ravenna
Una volta esiliato nel 1302, Dante Alighieri non
ritornò mai più a Firenze, nemmeno da morto.
Ravenna - Tomba di Dante Alighieri |
Dapprima ospite nell'aprile del 1306 dei marchesi
Malaspina di Villafranca in Lunigiana, Dante, una volta esiliato da
Firenze, fu accolto da diverse famiglie della Romagna. Gli Ordelaffi,
benché signori di parte ghibellina di stanza a Forlì, lo ospitarono
nel momento in cui Enrico VII di Lussemburgo arrivò in Italia.
Nei primi anni dell’esilio Dante non ebbe una
vita facile e dopo Verona ed altre città, trovò a Ravenna la sua
nuova dimora e li vi morì. Ravenna lo seppellì con un sarcofago importante,
lo stesso nel quale si trova tutt’ora, ma questi lunghi sette
secoli e oltre che ci separano dalla sua morte avvenuta il 14
settembre 1321, non hanno lasciato riposare in pace le spoglie del
poeta.
Al momento della sepoltura il sarcofago di Dante
si trovava posizionato lungo una strada, all'esterno del chiostro di
Braccioforte, un recinto facente parte del Convento di San Francesco,
dove furono celebrati i funerali del poeta. In seguito il sarcofago
con le sue spoglie venne spostato per ordine di Bernardo Bembo, al
tempo Podestà di Ravenna, sul lato ad ovest del chiostro. Già pochi anni dopo la morte, il popolo
fiorentino riconosceva in cuor suo che Dante Alighieri era stato uno
dei più “grandi” fiorentini di tutti i tempi. L’esilio e la
stessa morte avvenuta fuori dalla città da sempre amata, era un’onta
che la storia doveva cancellare. Il popolo ed il governo di Firenze
cominciò a reclamare le reliquie del loro cittadino, riabilitato non
formalmente ma sicuramente per amore. La potenza di Firenze venne
espressa in particolare quando il potere del Vaticano fu consegnato
in mano ai Papa Medici. Nel 1519, con le incessanti richieste di
Michelangelo Buonarroti, Papa Leone X (Giovanni di Lorenzo de’
Medici) concesse ai fiorentini di recarsi a Ravenna per prelevare e
trasportare a Firenze, con tutte le cure, i resti del poeta.
Il gruppo scelto per questa delicata operazione
arrivò alla città oltre l'appenino con l’orgoglio di chi avesse
ottenuto un atto di giustizia, ma all’occasione dell’apertura del
sarcofago, non trovarono alcunché all’interno, le ossa erano state
trafugate. La responsabilità di questa sparizione fu
attribuita da subito ai frati francescani del convento, gli unici
che, dal muro confinante con l’interno del chiostro, potevano
praticare un buco nel muro e nel sarcofago per prelevare i resti del
poeta. Poco dopo anche il sarcofago fu smontato e
assemblato nuovamente all’interno del chiostro del convento. Le
ossa non furono restituite.
Il Sarcofago di Dante Alighieri a Ravenna |
I frati consideravano un loro diritto quello di
conservare gelosamente le ossa del poeta e Antonio Sarti, le
racchiuse nel 1677 in una cassetta che custodiva nelle proprie
stanze. Solo nel 1781 le ossa dell’Alighieri ritornarono
nel sarcofago. Fu al momento della costruzione del mausoleo dedicato
al Sommo Poeta, costruito dal Morigia proprio per questo scopo. Il convento fu soppresso nel 1810 da Napoleone
Bonaparte, ma i frati nascosero nuovamente le ossa, mai più
ritrovate. Sarebbero passate come reliquie scomparse se non che,
durante i lavori di ristrutturazione dell’oratorio di Braccioforte,
vengono scoperte casualmente per il V centenario della nascita di
Dante.
Ma dove sono ora i resti?
Il sarcofago originario contiene adesso le spoglie
di Dante dentro il mausoleo di Ravenna, solo durante la seconda
guerra mondiale furono spostate per proteggerle dai bombardamenti.
Firenze non è mai riuscita a recuperare le ossa
del Sommo Poeta. Le ha reso un grande omaggio costruendo nel pantheon
fiorentino di Santa Croce un cenotafio.
Nel 1865 fu innalzata al centro della stessa
piazza una bella statua, realizzata da Enrico Pazzi di Ravenna. Dopo
tre anni venne spostata nella posizione attuale sul sagrato della
basilica per poter permettere lo svolgimento del Calcio in Costume,
tradizione popolare molto sentita e seguita in città.
Le vie diplomatiche con Ravenna non hanno mai
funzionato e oggi come allora Dante Alighieri rimane esiliato, ma non
per volere, questa volta, dei fiorentini.
Dante Alighieri è una fonte
inesauribile di spunti e di interpretazioni. Vi consiglio questo blog
dell’amico Carlo Rocchi, un vero studioso del Sommo Poeta che rende
fruibile le opere di Dante divulgandole con semplicità e competenza:
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