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I matti di Gello

C’ era una volta…
Questo elzeviro poteva anche iniziare così, sotto forma di breve novella con la classica formula d’inizio : ”C’era una volta…”. Ma non essendo novella….
Gello : uno sperduto paesino alle porte di Arezzo, abitato da gente semplice e simpatica, laboriosa e faceta. Come nel resto della Toscana. Magari queste genti sono anche (ancora) Ghibellini e ciò per me è peccato mortale!
Personalmente sono rimasto a dopo Campaldino che vide il tramonto di questa fazione prevaricatrice ed antistorica. Ma tant’è!
Dunque i matti. Pare che due fratelli, ben affiatati fra loro, abbiano pensato più volte – qualcuno suggerisce ogni settimana - di andare ad Arezzo nel giorno di mercato. Al mercato, si sa, si fanno incontri, affari, accordi per futuri affari e così via. Soprattutto si incontra gente, il che per estendere le conoscenze non è poco. Del resto fin dagli albori della civiltà la frequentazione del mercato era, fra le genti meno abbienti, l’unica occasione per conoscere e sapere delle cose del mondo. Un po’ come frequentare le chiese, che affrescate con le storie sacre, permettevano la loro conoscenza a chi non sapeva leggere : al 98% dei viventi!
I matti di Gello, questi due fratelli, ne hanno perse di occasioni. Si incamminavano, decidevano di volta in volta se passare da S. Polo oppure dopo Antrìa tirare dritto verso Ceciliano. Arrivati comunque a poca distanza da Arezzo, i due fratelli convenivano che erano stanchi, che gli facevano male anche i piedi e decidevano allora di tornarsene a casa. Ogni settimana.
Ad Arezzo pare non siano mai arrivati!

Francoeffe


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