Carolina Unger: "un grande amore per Firenze"
Pubblico volentieri il Terzo articolo di Pier Tommaso Messeri. Me lo presenta così:
"E' uno scritto su Carolina Ungher, artista dell'ottocento che fece scuola nell'arte melodrammatica e che morì con un grande amore per Firenze. Carolina fu famosissima alla sua epoca, cantò in tutte le corti d'Europa e fu apprezzata da artisti e musicisti del tempo. In Austria è ancora ricordata e a Milano nel museo della Scala sono ancora affisse delle sue immagini. Purtroppo Firenze, sua patria d'elezione, non la ricorda come dovrebbe.... anzi l'ha proprio dimenticata... lasciando quasi rovinare la sua bella tomba a San Miniato al Monte. Spero di stimolare un poco la curiosità di qualche anima eletta.... che possa fare qualcosa per valorizzare il suo ricordo".
Molto spesso personaggi di una certa importanza, che hanno dato molto a Firenze e ai fiorentini, non sono adeguatamente valorizzati. Sono personaggi che hanno diffuso positivamente il nome della città, che hanno amato la "loro" Firenze rendendola ancora più ricca di cultura.
Molto spesso personaggi di una certa importanza, che hanno dato molto a Firenze e ai fiorentini, non sono adeguatamente valorizzati. Sono personaggi che hanno diffuso positivamente il nome della città, che hanno amato la "loro" Firenze rendendola ancora più ricca di cultura.
Un connubbio indissolubile spesso si crea tra i fiorentino e il mondo. Le opere si diffondono insieme alla Fiorenza che amiamo.
CAROLINA UNGER
Se noi fiorentini dopo esserci inerpicati a San Miniato al Monte, volessimo dirigerci negli immediati pressi dell’antichissima Basilica scopriremo che oltre ad uno stupendo scorcio sulla nostra città c’è anche un antico cimitero, nel quale sono conservate le spoglie mortali di tanti più o meno illustri personaggi che riposano all’ombra di quel mozzo campanile; se poi presi da curiosità volessimo, nascondendoci tra i turisti, passeggiare tra quelle lapidi, molte delle quali ormai lasciate a se stesse, potremo vedere proprio nel terrazzamento prospiciente il bel panorama sul Duomo, una cappella tutta sbertucciata dal tempo e circondata da segnali di perenni lavori in corso. Due nomi Francois Sabatier e Caroline Ungher Sabatier Neé à Vienne le 28 Octobre 1803 Morte à la Concezione le 23 Mars 1877. Proprio in questo luogo infatti riposa una Signora che sebbene non fosse fiorentina, per la nostra città portò “grande amore” e fu da tutti ricordata e stimata per anni. Carolina nacque non a Vienna come è ricordato nella lapide ma bensì in un piccolo paesino ungherese e il suo cognome era sprovvisto dell’h aggiunta per evitare difetti di pronuncia; figlia di una famiglia dell’alta borghesia, ella da piccola si trasferì a Vienna dove subito si fece notare per le sue innate doti liriche, studiò musica con i musicisti più famosi dell’epoca e giovanissima debuttò nei più importanti teatri della sua città, incominciò quindi a girare l’Europa acclamata dal pubblico. Conobbe Beethoven e accanto a lui sedette in molti concerti aiutandolo a girare le pagine degli spartiti e a dirigerlo ormai sordo verso gli applausi del pubblico, fu ammirata da Gioacchino Rossini da Donizzetti da Liszt per la sua avvenenza e le sue capacità canore, grandissima artista scelse dopo tanto viaggiare, Firenze come patria d’elezione e proprio qui dopo aver comprato un bel palazzo in via San Niccolò si sposò col giovane intellettuale francese Francois Sabatier, avendo come testimone di nozze niente di meno che il Granduca Leopoldo II. A Firenze ricevette attestati di stima e affetto dagli ambienti intellettuali, artistici e popolari, ammirata per la sua voce a livello internazionale divenne ben presto famosissima e acclamata in tutte le sue apparizioni pubbliche come fosse una regina, dotata di grande generosità aiutò molto i bisognosi, inserita nel circuito intellettuale europeo ebbe moltissime amicizie influenti e fu ricercata da molti. Ma ciò che la distinse rispetto ai vari personaggi che in quel tempo sceglievano la residenza a Firenze fu il suo sconfinato amore quasi maniacale per la nostra città tanto da voler comprare la villa “La Concezione”, incantevole costruzione posta in un poggio panoramico nelle vicinanze di via Bolognese vecchia, provvista da una vista quasi unica sui monumenti del centro storico. Da quella villa passarono innumerevoli artisti e li Carolina morì nel 1877. Rimangono di lei oltre ad una sua raffigurazione scultorea nel chiostro del Carmine, qualche litografia e un altro segno tangibile del fascino esercitato da Firenze nel cuore dei “Grandi”.
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