Se questo fosse vero, l'Annunciazione di Leonardo
L'Annunciazione alla Galleria degli Uffizi |
Massimo Giontella, nell'edizione online del 24 ottobre 2014 del Giornale dell'Arte ci pone di fronte ad una serie di considerazioni, peraltro apparentemente inconfutabili, di una nuova attribuzione di uno dei dipinti più famosi di Leonardo da Vinci: L'Annunciazione.
Ad una conferenza organizzata presso l'Accademia Toscana di Scienze e Lettere La Colombaria il 21 ottobre 2014, Riccardo Fubini e Massimo Giontella hanno parlato di «Sacra Rappresentazione, profezia e riferimenti politici nella Annunciazione attribuita a Leonardo».
Sono state sviscerate alcuni aspetti riguardanti il dipinto che si trova alla Galleria degli Uffizi, dando una nuova interpretazione.
Le argomentazioni sono state prese in esame e quindi affidata a queste "prove" una nuova paternità dell’opera.
L'Annunciazione di Leonardo è stata dipinta da Antonio del Pollaiolo.
Ecco di seguito le motivazioni espresse da Massimo Giontella in modo sintetico:
1) Il paesaggio sullo sfondo è Otranto, come dimostrano le somiglianze geografiche e una lettera di Federico di Montefeltro che asserisce di avere di fronte a sé la pianta della città fatta fare da Sisto IV in funzione di un attacco liberatore dalla aggressione turca. La datazione del dipinto è pertanto 1481.
2) Se Federico aveva in mano la pianta di Otranto è evidente che la villa fiorentina presente nel dipinto era la sua villa di Rusciano in Firenze.
3) Il coinvolgimento di Federico con il dipinto esclude che il «main author» sia Leonardo dal momento che non vi furono mai rapporti tra il Duca e l’artista. Insieme ad altre argomentazioni ve ne è una di carattere stilistico che conferma l’asserzione: lo studio ossessivo del particolare è inconciliabile con il fare leonardesco. Leonardo è senz’altro presente nel dipinto come allievo emancipato, ma l’artista principale è Antonio del Pollaiolo.
4) Il dipinto era una esortazione affinché Federico prendesse il comando delle operazioni militari contro i Turchi: il verosimile committente fu Giuliano Gondi, plenipotenziario a Firenze del Duca di Urbino, su incitamento dei reali napoletani cui il Gondi era intimamente legato.
5) Il monte sullo sfondo, che aveva caratteristiche antropomorfe prima del restauro del 2000, rappresentava la Sibilla predicente la vittoria di Federico: tutto ciò non si realizzò perché Sisto IV temendo che l’urbinate sposasse definitivamente la causa napoletana, bloccò il Duca quando questi era già partito per Otranto e si trovava a Recanati.
6) Gli errori attributivi della critica d’arte sono concentrati nelle opere commissionate da e per Federico di Montefeltro perché questi richiedeva un richiamo molto stretto alle opere del primo Quattrocento di Van Eyck anche a costo di sacrificare un po’ le connotazioni precipue del suo artista di riferimento: Antonio del Pollaiolo.
2) Se Federico aveva in mano la pianta di Otranto è evidente che la villa fiorentina presente nel dipinto era la sua villa di Rusciano in Firenze.
3) Il coinvolgimento di Federico con il dipinto esclude che il «main author» sia Leonardo dal momento che non vi furono mai rapporti tra il Duca e l’artista. Insieme ad altre argomentazioni ve ne è una di carattere stilistico che conferma l’asserzione: lo studio ossessivo del particolare è inconciliabile con il fare leonardesco. Leonardo è senz’altro presente nel dipinto come allievo emancipato, ma l’artista principale è Antonio del Pollaiolo.
4) Il dipinto era una esortazione affinché Federico prendesse il comando delle operazioni militari contro i Turchi: il verosimile committente fu Giuliano Gondi, plenipotenziario a Firenze del Duca di Urbino, su incitamento dei reali napoletani cui il Gondi era intimamente legato.
5) Il monte sullo sfondo, che aveva caratteristiche antropomorfe prima del restauro del 2000, rappresentava la Sibilla predicente la vittoria di Federico: tutto ciò non si realizzò perché Sisto IV temendo che l’urbinate sposasse definitivamente la causa napoletana, bloccò il Duca quando questi era già partito per Otranto e si trovava a Recanati.
6) Gli errori attributivi della critica d’arte sono concentrati nelle opere commissionate da e per Federico di Montefeltro perché questi richiedeva un richiamo molto stretto alle opere del primo Quattrocento di Van Eyck anche a costo di sacrificare un po’ le connotazioni precipue del suo artista di riferimento: Antonio del Pollaiolo.
Non ci resta che attendere una risposta da parte degli esperti e proprietari dell'opera, qualcuno alla Galleria degli Uffizi si dovrà pur esprimere!
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