Il "mio" Filippo Galli
Filippo era un giovane organizzatore, un allenatore e un punto di riferimento dei Bandierai degli Uffizi, gli sbandieratori Ufficiali del Comune di Firenze e del Calcio Storico Fiorentino.
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Tutto
il mondo del Calcio Storico, della Città di Firenze e tutti i suoi
amici, durante le esequie di giovedì 16 ottobre 2014, nella Chiesa di
Santa Trìnita a Firenze, lo hanno omaggiato commossi come un grande
Fiorentino, da tutti amato e conosciuto per il suo attaccamento alla
Famiglia, alla sua Bottega Storica di Coltelleria, ma anche per l'opera
di Volontariato Sociale che faceva alla Fratellanza Militare e per il
grande impegno profuso verso gli altri, sempre pronto a dare una mano.
Filippo,
all'interno del gruppo lo hanno conosciuto tutti. Lo hanno conosciuto
in particolare i ragazzi giovani, sia quelli che hanno iniziato a
sbandierare e poi dopo pochi allenamenti hanno abbandonato l’attività,
che gli altri che sono ancora qui con noi e che hanno la forza di
resistere in questo gruppo molto originale e, diciamolo, anche un po’
fuori dal comune.
Filippo, che allenava i più giovani, aveva un ruolo molto importante; li accoglieva, li squadrava, li analizzava,
coglieva di loro tutti gli strani atteggiamenti, gli faceva compilare
la scheda di adesione al Calcio Storico spiegando il significato di
appartenenza ad una grande famiglia e subito gli metteva anche un soprannome.
Come allenatore era evidente a tutti una sua caratteristica particolare, la grande pazienza che
aveva nell'insegnamento del “maneggio della bandiera”; con il suo modo
calmo e sereno e la sua maniera diretta e decisa, infondeva nei ragazzi
la giusta dose di tranquillità e li metteva a loro agio.
Al
momento giusto, prima di Pasqua, sceglieva il costume azzurro o rosso da
assegnare ad ognuno di loro. Lo faceva a seconda della caratteristica
del nuovo bandieraio e questo era per lui motivo di orgoglio,
naturalmente i “Blu” erano sempre i migliori.
I suoi 24 anni di appartenenza al gruppo e le oltre 600 esibizioni
dicono quanto forte sia stato il suo impegno, non tralascio di
ricordare che se 600 esibizioni sembrano tante, altrettanto numerose
sono le oltre 5000 ore dedicate agli allenamenti (è una stima naturalmente, saranno sicuramente di più).
Filippo era una persona vera,
un uomo che nella sua capacità ironica di prendere tutto apparentemente
alla leggera, portava dentro di se un bagaglio d'esperienza dovuto al
suo mestiere di artigiano e commerciante di straordinaria concretezza, una caratteristica probabilmente ereditata dal suo nonno e dal suo babbo Gianfranco.
La sua acuta intelligenza
lo aiutava nella mediazione relazionale con le persone, trovava sempre
il modo giusto per riuscire a risolvere alcuni problemi e sapeva
esprimere la motivazione in modo davvero convincente. Quante volte ci
descriveva un’uscita di esibizione degli sbandieratori per la Sagra
della ficattola come se fosse il Matrimonio della Regina Elisabetta per
farci dare la disponibilità a partecipare.
In tutti i
momenti della giornata riusciva sempre a trovare il modo di farci ridere
e spesso anche stupire sulle storie che raccontava, i suoi gesti simbolici e le sue affermazioni improvvise
ci facevano spesso restare nel dubbio se fosse stato uno scherzo o se
parlava sul serio; era proprio questa la sua forza, il suo grande carisma, che lo portava ad essere tanto amato e tanto amico di tutti noi.
Quando lo andavi a trovare in bottega subito ti diceva:
“Oh Giova icché tu ci fai da queste parti?”.
Lo
sapeva benissimo che quando si andava li, in via della Spada, era
perché volevamo andarlo a trovare, per passare due chiacchiere insieme
ad un Amico e se possibile offrirgli un caffè, che regolarmente però,
pagava lui.
“Io da Giacosa ci vo' con lo spolverino, mica mi vergogno sai”.
Sono
tantissimi gli episodi di Filippo che mi faranno compagnia nelle nostre
prossime giornate insieme. Saranno tantissime le situazioni che rivivrò
ricordando le sue battute, la sua ironia e la sua simpatia; ogni volta
che chiamerò qualcuno con il proprio soprannome o quando ricorderò un'assurdità inventata da Pippo, la sua immagine mi verrà in mente, la sua voce risuonerà nelle mie orecchie, come quella di uno di famiglia.
Le nostre esibizioni e i nostri allenamenti tra qualche giorno riprenderanno e io sentirò, davvero forte, la sua mancanza.
In
questi giorni, anche tramite i social network, si è percepito un forte
attaccamento da parte di tutti nei confronti di Filippo e vi dirò di
più, a me pare che queste forti emozioni ci hanno legato ancora di più l’uno con l’altro.
Io
credo che Filippo era, è, e resterà per sempre, un nostro carissimo
amico e compagno di viaggio, uno che nella sua purtroppo breve vita ha seminato bene.
Lo dimostra l'affetto di tutti coloro che gli vogliono bene e che si
sono stretti intorno a lui e alla sua famiglia. Io penso di poter dire
che tutti loro, che la famiglia di Pippo, potrà contare sul mio aiuto,
ma sicuramente vorrei dire, sull’aiuto di tutti noi.
La sua Magistratura era i Maestri di Dogana, la portava sul petto con onore ed orgoglio, riscuotere le Gabelle era una caratteristica che gli si addiceva proprio. Io ti dico: -
Filippo, porta con Te la tua Torre, e insieme a quella di Leonardo,
comincia a costruire lassù, il grande Castello dei Bandierai degli
Uffizi! -
Io ringrazio pubblicamente Lorenzo
Acuti, per avermi fatto conoscere questo gruppo meravigliosamente umano e
solidale. Ringrazio ancora una volta tutti voi, Capitano, Gonfalone,
Bandierai, Tamburini, bambini e genitori e tutti gli amici, uno ad uno,
per avermi fatto conoscere un vero amico, Filippo Galli!
- Pippo, anche per me sarai sempre Tu "il meglio in campo"! -
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