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Il "Saccomazzone"

E’ difficile ricercare la vera origine di questo strano termine, anche il fiorentino più indigeno ha difficoltà ad individuarne il significato.
Il Saccomazzone è in realtà un gioco di origine contadina, che si svolge tra 2 giocatori, bendati (un po’ come mosca cieca). Hanno uno strumento particolare, che viene spesso raffigurato come una specie di flabello fatto con strisce di stracci annodati tra loro e collegati ad un manico, di norma anche di legno, con la funzione d’impugnatura. Per il confezionamento di questo grumo di stracci, venivano inoltre utilizzati sacchi di stoffa annodati. Era impugnato con la mano destra (importante che fosse stata la stessa mano per ogni giocatore, mentre la sinistra veniva obbligatoriamente appoggiata ad un piedistallo, normalmente molto basso dal quale non ci si doveva muovere. Era un modo di mantenere sempre la stessa distanza tra i giocatori, che ricordo erano bendati.
Con questi strumenti e queste modalità, si cercava di colpirsi a vicenda, chi riceveva più colpi era il perdente.
Questo gioco molto popolare nei secoli scorsi, è stato spesso rappresentato in pittura e scultura.
Al giardino di Boboli, a Firenze, seguendo il terzo viale trasversale, quello più a sud-ovest, dall'incrocio con il Viottolone dal quale partono numerosi percorsi complicatamene intrecciati che conducono al segmento finale del giardino, è posizionata la statua dei Giocatori del Saccomazzone (1780) di Orazio Mochi su disegni di Romolo del Tadda.
Frontalmente vi si trovano i Giocatori alla Pentolaccia di Giovan Battista Capezzuoli.
Luoghi, termini e miti tutti da riscoprire…

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