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Michelangelo Buonarroti, l’Assedio di Firenze e il Calcio fiorentino


Michelangelo Buonarroti, è stato un personaggio geniale. Burbero e spesso indisponente, ha quasi 60 anni quando è al servizio della Repubblica fiorentina in una Firenze sotto assedio da parte delle truppe imperiali di Carlo V. In aiuto alla famiglia de’ Medici, l’imperatore assalta e assedia la città dal 1527, quando con il Sacco di Roma e fino al 1530, le truppe dell'Imperatore assediano la città fino al momento nel quale cede.
In quel periodo Michelangelo è al servizio della Repubblica fiorentina come Responsabile delle fortificazioni a difesa della città. Realizzerà il rafforzamento delle mura da San Niccolò fino al Baluardo della Ginevra. La caduta della città in mano a Clemente VII, Papa Medici alleato all’Imperatore, lo riporta agli ordini del Medici. Riprende i lavori alla tomba di Giulio II e scolpisce i quattro Prigioni incompiuti oggi all'Accademia.
Dopo essersi dedicato con impegno all'opera di fortificazione, fuggì da Firenze. Vi rientrò in una pericolosissima circostanza quando la città era già assediata e rischiò più volte la vita e al momento della resa dovette restare nascosto a lungo per sfuggire alla collera del papa Medici. Molti suoi disegni di fortificazioni ancora conservati, che rappresentano una pietra miliare negli studi teorici sulla fortificazione alla moderna, si riferiscono alle opere esterne delle mura di Firenze; non sappiamo però in che misura questi disegni siano stati tradotti in reali strutture.
Durante l'assedio, a scherno degli assedianti fu giocata una storica partita di Calcio fiorentino in Piazza di Santa Croce. Oggi si rievoca quella partita giocando un torneo tra i quattro quartieri storici di Firenze con i costumi dell’epoca. Il Corteo storico rappresenta proprio l’esercito della Repubblica fiorentina ed i costumi si riferiscono a quel periodo storico, quando Michelangelo lavorava a Firenze. Non ci sono documenti a riguardo, ma si può pensare ed immaginare che, se non in quella memorabile partita, il grande artista, pittore, architetto abbia giocato al Calcio fiorentino, magari nell’Arno ghiacciato in una delle partite che vi furono fatte nel 1490.
Con la caduta della Repubblica fiorentina,l'ultima battaglia fu persa da Francesco Ferrucci, condottiero ed eroe nazionale, tutta la penisola italiana e buona parte dell'Europa era ora sotto il controllo di Carlo V.
Francesco Ferrucci è l'unico eroe fiorentino e nazionale (citato anche nell'inno di Mameli) esaltato anche se ha perso in quella battaglia. Di solito sono i vincitori che vengono esaltati nel momento di gloria!

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