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La “Leggenda di Anselmo”


Il leone e il puttino della Porta dei Cornacchini
Una delle porte laterali del Duomo di Firenze, in particolare la Porta dei Cornacchini, si apre dal lato via Ricasoli, già via del Cocomero. Una delle caratteristiche principali vede le colonne a tortiglione che sorreggono il portale appoggiate sul dorso di due figure leonine; una femmina con prole ed un maschio a bocca spalancata aiutato diaun piccolo puttino alato. Le opere sono databili intorno al 1380 e sono opera di Jacopo di Piero Guidi. 
Questo leone, il maschio, da sempre simbolo di potenza e emblema della città, ha intorno a se una leggenda legata alle vicissitudini di un popolano del tempo di nome Anselmo.
Abitava in via del Cocomero ed era afflitto da un sogno ricorrente; essere sbranato da un leone! A Firenze al tempo i leoni non mancavano. Oltre ad essere elevati a icona del potere popolare, vedi ad esempio le varie raffigurazioni del Marzocco, i leoni venivano usati per animare spettacoli di piazza, e la città dedicò inoltre anche una via dietro Palazzo Vecchio, via dei Leoni appunto dove erano collocati i locali adibiti alla loro custodia.
Il leone maschio della Porta dei Cornacchini, da alcuni volgarmente chiamata dei Leoni, ha la bocca aperta e le fauci pronte all’attacco, forse Anselmo era inconsciamente impressionato da quel leone. L’incubo però, era divenuto molto ricorrente e Anselmo doveva trovare il modo per scongiurare questa paura. Decise allora di affrontare di petto le sue paure. Conoscendo il carattere dei fiorentini non mi meraviglierei se ad assistere allo spettacolo fossero anche presenti, nel ruolo di spettatori, gli amici e gli amici degli amici, per aver scommesso se Anselmo fosse stato o meno capace di vincere le proprie paure e che sarebbe riuscito a mettere la mano in bocca al leone "feroce" cooprotagonista del proprio incubo.
E fu così. Anselmo vinse la paura, con il coraggio dello spavaldo e con il timore del sogno ricorrente, mise infine una mano nella bocca aperta del leone.
Il destino volle che uno scorpione, in quel giorno ed in quel momento, fosse all’interno delle fauci del leone di pietra e al gesto di Anselmo reagì con il suo pungiglione ricco di veleno, pungendolo sulle dita!
Il veleno dello scorpione fece subito effetto e il povero Anselmo mori!
La morte di Anselmo fu una triste pagina della storia di Firenze, non sbranato da un leone ma punto da uno scorpione.

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