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6 agosto 1288, Firenze abolisce i “Servi della Gleba”

I “servi della gleba” erano i contadini che insieme alle loro famiglie venivano tenuti, dai signori proprietari dei fondi agricoli, ai propri servigi e obbligati alla coltivazione delle loro terre per tutta la vita.
Oltre alla produzione agricola, i "servi della gleba" servivano completamente il padrone e pagavano inoltre le tasse e le gabelle, sulle produzioni e i trasporti anche le Decime.
L'origine della schiavitù contadina si perde nella notte dei tempi, ma molto probabilmente l’imperatore Diocleziano, per evitare l'invasione delle genti campestri all'interno delle città, costrinse i coloni a non abbandonare le campagne e a rimanere nei campi tramandando il mestiere ai loro figli.
La servitù della gleba (zolla) sopravvisse fino al XVI secolo. Fu la città di Bologna che per prima liberò dalla schiavitù i contadini nel 1257. La Repubblica fiorentina se ne occupò pochi anni dopo.
Il 6 agosto 1288 (corrisponde all’anno 1289, secondo il computo moderno) la Repubblica fiorentina compie un passo davvero importante nel panorama politico e civile verso la popolazione di Firenze. La Repubblica, nella politica espansionistica di conquista e sottomissione dei Castelli dei feudatari confinanti, non faceva prigionieri e incitava le popolazioni contadine conquistate a trasferirsi in città. Firenze brulicava di persone indaffarate alla produzione di manufatti, e l'espansione commerciale era, forse, il principale obiettivo della Repubblica.
Le autorità comunali fiorentine con questo atto, vietarono il commercio o la compravendita di coloni e in genere di diritti sulle persone. 

 “...che nessuna persona o ente, di qualunque rango o condizione, ardisca o presuma di vendere, donare, alienare o comunque trasferire sotto un qualche titolo a terzi – si tratti di persone, enti, collettività collegi o capitoli, di qualunque condizione o stato giuridico – coloni, censiti o ascrittizi, fedeli, inquilini, commendati, manenti o servi oppure diritti, angarìe, parangarìe od altre prestazioni, personali o reali, o qualunque altro diritto connesso ad affitti o a livelli o alcuna giurisdizione sopra una collettività, una villa o un castello o sopra singole persone del contado e del districtus di Firenze; e che nessuno possa costituirsi fedele o legarsi con vincolo di fedeltà...”

Tutto questo era valido a partire dal 1288 con la previsione di ammenda ai contravventori dopo la condanna da parte degli Ordinamenti di giustizia. Una delle pene prevedeva una sanzione di 1000 Fiorini e l'annullamento del contratto "ipso jure", cioè automaticamente, senza ulteriore provvedimento giudiziario.
Ma per i contratti precedenti? I contratti che erano stati stipulati precedentemente a questo provvedimento come dovevano essere trattati?
Sempre all'interno della stessa normativa fu previsto che anche tutti i contratti in essere non potessero avere effetto dopo tale data: 

“...e da questo momento si devono considerare abrogati, nulli e privi di valore contratti, alienazioni e concessioni del tipo indicato. […] ...e coloro che avessero costituito oggetto dell’alienazione o concessione, siano liberi e svincolati e abbiano la condizione e lo stato giuridico di libertà.”  

Gli atti che si riferiscono a questo legale provvedimento di abrogazione della servitù della gleba furono pubblicati integralmente negli Statuti del Capitano del Popolo. Così la Repubblica fiorentina dimostrò che l'amministrazione democratica di uno stato poteva essere possibile. Il popolo aveva il potere di eleggere i propri rappresentanti. Le Arti e le Corporazioni erano il mezzo giusto e prolifico di potere amministrativo per una città in continua espansione.
Il 6 agosto diventa quindi una data molto importante per il calendario fiorentino alla quale dovremmo tutti portare rispetto e omaggio per l'importanza dei diritti umani e civili dell'uomo.
Da questo blog esce una proposta, rendere questo giorno una ricorrenza commemorativa della liberazione dalla schiavitù da parte della Firenze repubblicana.

© Filippo Giovannelli - Riproduzione riservata
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Commenti

  1. Scrivo su un blog che cerca di rilanciare il ruolo delle nostre città da un punto di vista sociale, culturale, politico ed istituzionale e volevo solo fare i complimenti per questo blog che esalta le tradizioni della città di Firenze. Buon proseguimento.
    Joseph Gary (www.comunitainfermento.wordpress.com)

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