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La serpe al collo del Cassioli


Nella facciata di Santa Maria del Fiore sono tre le porte di accesso alla Cattedrale, una centrale più grande e due laterali. La centrale e la laterale di sinistra sono state realizzate dal Passaglia, ma la terza, la laterale di destra, la più intrigante, la più estroversa, la più originale, la più vituperata porta in bronzo, fu di Amos e Giuseppe Cassioli.
Dopo un primo concorso avvenuto nel 1885, fu successivamente bandito un secondo concorso nel 1888 per la realizzazione delle due porte minori. I progetti, sia del primo che del secondo concorso, furono esposti nel cenacolo di Santa Croce. 
Fu Passaglia ad avere le migliori preferenze, lo stesso Passaglia aveva già ricevuto l’incarico per la realizzazione del portone centrale.
A lui infatti fu assegnata la porta della “via Martelli”, ed ad Amos e Giuseppe Cassioli quella detta del “Campanile”, cioè dalla parte del Campanile di Giotto.
La famiglia Cassioli già in passato non aveva avuto buoni rapporti con i progettisti della facciata del Duomo ed era stata oggetto di numerose esclusioni dalle realizzazioni di svariate opere. Anche in questo caso per Giuseppe Cassioli, Amos era deceduto nel dicembre del 1891, tutto non fu così facile. E’ molto probabile che l’assegnazione al Cassioli della realizzaizone della porta si dovette al fatto che il concorso fu bandito a parte rispetto alle opere dell’intera facciata. 
Godendo di una maggiore libertà di azione, il Cassioli modellò una meravigliosa opera d’arte, molto dinamica nelle illustrazioni, alla quale la commissione giudicatrice costrinse il Passaglia ad uniformarsi. Il Cassioli si adoperò anche ad un lavoro finale di cesellatura e patinatura molto accurato che permise di ottenere da parte sua valutazioni molto positive sulla maestria e sull’opera.
Questo tipo di lavoro, l’adeguamento del Passaglia, i ritardi delle commissioni, l’elaborazione delle sculture, non permisero la conclusione delle opere nei tempi previsti di consegna. La porta maggiore fu addirittura terminata nel 1903, la minore del Passaglia nel 1897 e la minore del Cassioli nel 1899.
Tutti questi ritardi furono attribuiti anche al fatto che lo stesso Cassioli, aveva “timore” del giudizio del pubblico e degli artisti a lui contemporanei. Si aggiunsero inoltre delle questioni legali che si erano venute a creare per i ritardi di consegna e problemi finanziari che si erano accavallati a tutte le difficoltà precedenti.
Il Cassioli volle, nelle più grandi difficoltà, lasciare ai posteri un simbolo, una chiara indicazione del sentimento che esso stesso si sentiva in quel periodo. La pressione psicologica e dei continui solleciti di pagamento e di consegna del lavoro a lui assegnato lo portarono ad esprimersi nella sua bellissima opera d'arte.
Lasciò quindi, qui in questa opera bronzea, un suo autoritratto, quello che vedete nella foto, inserito in una formella della parte destra della porta che così descrive Giuseppe Branca: 

“...un giovane ha le chiome agitate dal vento; una serpe, che gli cinge il collo, tenta di soffocarlo nelle sue spire...l’espressione di sofferenza, che nel suo contratto viso si legge...”

La serpe al collo, la pressione legale, lo stress dello strozzinaggio rimane perpetua nel tempo a ricordo di un grande artista ed a simbolo di un lavoro perfettamente eseguito.


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