La Festa di Santa Barbara
Santa Barbara è la Patrona dei VV. del Fuoco, dell’Arma di Artiglieria, dei Genieri e Trasmettitori, dei Marinai e di quanto usano scoppi e fuoco per il loro lavoro..
Si festeggia il 4 Dicembre. L’ultimo scorso ci sono stati festeggiamenti “plen air” organizzati dai VV. del Fuoco, nella magnifica rinascimentale Piazza della SS. Annunziata disegnata da Filippo Brunelleschi, l’Architetto che ha realizzato fra l’altro, anche quello che i fiorentini chiamano ‘il Cupolone’, cioè la cupola del Duomo di Firenze.
Non c’è errore di genere fra ‘cupola’, che è femminile e ‘cupolone’ nome accrescitivo maschile. I fiorentini usano anche in altri casi questa ‘confusione’ di generi. A Firenze c’è un grande e bellissimo Tabernacolo del ‘400. Fu edificato all’inizio di un viottolo che fra i poderi dei frati Vallombrosani, conduceva alla loro Chiesa di S. Salvi (Saint Sauve o Salvy) Vescovo di Amiens nel VII° secolo. La fondazione di questa chiesa pare si debba ad un fatto prodigioso : due pellegrini francesi intendevano portare in un sacco le reliquie del Santo a Roma. Fermatisi a dormire il luogo chiamato Paratinula, fuori dalle porte di Firenze, sulla via per Roma, al mattino non furono capaci di sollevarlo a causa del suo accresciuto peso. Il segno fu interpretato come la volontà manifesta che le reliquie dovessero restare nei pressi di Firenze. Anche il Vescovo di Fiesole, che accorse, fu d’accordo perché li si edificasse un oratorio dedicato a San Salvi. Sicuramente c’entrava anche l’ammirazione del popolo verso Carlo Magno, dalle cui terre proveniva. Dante, del resto, credeva che dopo la distruzione di Firenze da parte di Attila ‘flagello di Dio’, la città fosse stata ricostruita dall’Imperatore “…dalla grande barba fiorita”. In realtà la città, in stato di profonda decadenza anche per le violente inondazioni cui era sottoposta a causa della mancata regimazione dell’Arno, rifiorì proprio al tempo di Carlo Magno. I proprietari del terreno detto “Paratinula”, Piero di Gherardo e Lando di Teuzzo, nel 1048, ingrandirono l’oratorio trasformandolo in un monastero che affidarono ad una comunità di benedettini, grandi lavoratori e capaci di bonificare le terre circostanti su cui lavoravano per ricavarne sostentamento. Fu affidato infatti alla comunità vallombrosana di San Giovanni Gualberto.
Ma torniamo al tabernacolo.
Splendidamente affrescato da Lorenzo di Bicci : “Madonna in Trono col Bambino, con Angeli e Santi”, a ragione della grandezza dell’immagine sacra, i fiorentini da sempre lo chiamano ‘il Madonnone’.
Di nuovo il femminile di ‘Madonna’ e il maschile di ‘Madonnone’. Così come, per es., i fiorentini definiscono ‘donnone’ una donna grande.
Dunque la Festa di S. Barbara.
Si è svolta in Piazza SS. Annunziata su cui conviene spendere alcune parole come sul centenario Orfanotrofio, adesso Istituto degli Innocenti, fatto costruire dalla Signoria per il ricovero dei ‘gittatelli’ : cioè i bambini abbandonati e ‘gettati’ nella ruota. I loggiati che la circondano erano stati fatti costruire fin dal 1299, per far riparare chi arrivava da fuori Firenze fin dalla sera precedente, per la festività mariana dell’ 8 Settembre. Firenze è una città devotissima alla Madonna. Non solo il ‘Madonnone’, ma anche le centinaia di altri Tabernacoli a Lei dedicati lo attestano. Dunque, i pellegrini arrivando dalle campagne si riparavano sotto i portici, successivamente ridisegnati dal Brunelleschi, portandosi fichi secchi per mangiare. Le donne li portavano anche per vendere e perciò venivano chiamate ‘ficolone’ . Siccome viaggiando di notte c’era bisogno di vedere dove si mettevano i piedi, i fedeli si facevano luce con dei lumi di cera i d’olio riparati dalla carta posti in cima ad una pertica. Questi lumi erano riconosciuti come quelli delle‘ficolone’. Col tempo e l’uso il nome dei lumi si è modificato in ‘Rificolone’.
Ancora adesso la notte del 7 Settembre si celebra la ‘Festa delle Rificolone’, a mente degli antichi lumi facilitanti il percorso dei villici che viaggiavano di notte per venire a confermare l’antica devozione alla Madonna.
La festa di S. Barbara : i VV. del Fuoco avevano messo a disposizione delle Associazioni d’Arma, della Arciconfraternita di Misericordia di Firenze e delle altre Istituzioni benefiche, da loro invitate stante i rapporti di collaborazione, alcuni tavoli che si sono presentati al pubblico colmi di bandierine e souvenir, facili prede dei tanti bambini. I tavoli erano stati decorati con Bandiere e teli dei rispettivi colori con sopra disposti reperti e cimeli, bandierine e cartoline delle Associazioni e di S. Barbara. Questo materiale è stato offerto ai cittadini e soprattutto ai bambini, accorsi a classi intere a guardare gli esercizi dei VV. del Fuoco che si sono esibiti in esercizi e acrobazie con scale e mezzi meccanici. Intorno al tavolo dell’Associazione Artiglieri erano sistemati i Labari della Sezione di Firenze e della Delegazione Regionale decorati di Medaglie d’Oro al V.M., oltre all’immagine della Santa ed altre foto riguardanti i ‘pezzi artigliereschi’.
Sopra un cavalletto faceva bella mostra di se il Progetto del “Monumento agli Artiglieri”, firmato dall’Architetta Nausikaa M. Rahmati che il prossimo15 Giugno sarà inaugurato nel Cimitero di Trespiano in Firenze.
Al termine un ‘Buffet’ caldo e freddo, ha rifocillato i presenti dopo alcune ore di esposizione alla temperatura di 1°.
Si festeggia il 4 Dicembre. L’ultimo scorso ci sono stati festeggiamenti “plen air” organizzati dai VV. del Fuoco, nella magnifica rinascimentale Piazza della SS. Annunziata disegnata da Filippo Brunelleschi, l’Architetto che ha realizzato fra l’altro, anche quello che i fiorentini chiamano ‘il Cupolone’, cioè la cupola del Duomo di Firenze.
Non c’è errore di genere fra ‘cupola’, che è femminile e ‘cupolone’ nome accrescitivo maschile. I fiorentini usano anche in altri casi questa ‘confusione’ di generi. A Firenze c’è un grande e bellissimo Tabernacolo del ‘400. Fu edificato all’inizio di un viottolo che fra i poderi dei frati Vallombrosani, conduceva alla loro Chiesa di S. Salvi (Saint Sauve o Salvy) Vescovo di Amiens nel VII° secolo. La fondazione di questa chiesa pare si debba ad un fatto prodigioso : due pellegrini francesi intendevano portare in un sacco le reliquie del Santo a Roma. Fermatisi a dormire il luogo chiamato Paratinula, fuori dalle porte di Firenze, sulla via per Roma, al mattino non furono capaci di sollevarlo a causa del suo accresciuto peso. Il segno fu interpretato come la volontà manifesta che le reliquie dovessero restare nei pressi di Firenze. Anche il Vescovo di Fiesole, che accorse, fu d’accordo perché li si edificasse un oratorio dedicato a San Salvi. Sicuramente c’entrava anche l’ammirazione del popolo verso Carlo Magno, dalle cui terre proveniva. Dante, del resto, credeva che dopo la distruzione di Firenze da parte di Attila ‘flagello di Dio’, la città fosse stata ricostruita dall’Imperatore “…dalla grande barba fiorita”. In realtà la città, in stato di profonda decadenza anche per le violente inondazioni cui era sottoposta a causa della mancata regimazione dell’Arno, rifiorì proprio al tempo di Carlo Magno. I proprietari del terreno detto “Paratinula”, Piero di Gherardo e Lando di Teuzzo, nel 1048, ingrandirono l’oratorio trasformandolo in un monastero che affidarono ad una comunità di benedettini, grandi lavoratori e capaci di bonificare le terre circostanti su cui lavoravano per ricavarne sostentamento. Fu affidato infatti alla comunità vallombrosana di San Giovanni Gualberto.
Ma torniamo al tabernacolo.
Splendidamente affrescato da Lorenzo di Bicci : “Madonna in Trono col Bambino, con Angeli e Santi”, a ragione della grandezza dell’immagine sacra, i fiorentini da sempre lo chiamano ‘il Madonnone’.
Di nuovo il femminile di ‘Madonna’ e il maschile di ‘Madonnone’. Così come, per es., i fiorentini definiscono ‘donnone’ una donna grande.
Dunque la Festa di S. Barbara.
Si è svolta in Piazza SS. Annunziata su cui conviene spendere alcune parole come sul centenario Orfanotrofio, adesso Istituto degli Innocenti, fatto costruire dalla Signoria per il ricovero dei ‘gittatelli’ : cioè i bambini abbandonati e ‘gettati’ nella ruota. I loggiati che la circondano erano stati fatti costruire fin dal 1299, per far riparare chi arrivava da fuori Firenze fin dalla sera precedente, per la festività mariana dell’ 8 Settembre. Firenze è una città devotissima alla Madonna. Non solo il ‘Madonnone’, ma anche le centinaia di altri Tabernacoli a Lei dedicati lo attestano. Dunque, i pellegrini arrivando dalle campagne si riparavano sotto i portici, successivamente ridisegnati dal Brunelleschi, portandosi fichi secchi per mangiare. Le donne li portavano anche per vendere e perciò venivano chiamate ‘ficolone’ . Siccome viaggiando di notte c’era bisogno di vedere dove si mettevano i piedi, i fedeli si facevano luce con dei lumi di cera i d’olio riparati dalla carta posti in cima ad una pertica. Questi lumi erano riconosciuti come quelli delle‘ficolone’. Col tempo e l’uso il nome dei lumi si è modificato in ‘Rificolone’.
Ancora adesso la notte del 7 Settembre si celebra la ‘Festa delle Rificolone’, a mente degli antichi lumi facilitanti il percorso dei villici che viaggiavano di notte per venire a confermare l’antica devozione alla Madonna.
La festa di S. Barbara : i VV. del Fuoco avevano messo a disposizione delle Associazioni d’Arma, della Arciconfraternita di Misericordia di Firenze e delle altre Istituzioni benefiche, da loro invitate stante i rapporti di collaborazione, alcuni tavoli che si sono presentati al pubblico colmi di bandierine e souvenir, facili prede dei tanti bambini. I tavoli erano stati decorati con Bandiere e teli dei rispettivi colori con sopra disposti reperti e cimeli, bandierine e cartoline delle Associazioni e di S. Barbara. Questo materiale è stato offerto ai cittadini e soprattutto ai bambini, accorsi a classi intere a guardare gli esercizi dei VV. del Fuoco che si sono esibiti in esercizi e acrobazie con scale e mezzi meccanici. Intorno al tavolo dell’Associazione Artiglieri erano sistemati i Labari della Sezione di Firenze e della Delegazione Regionale decorati di Medaglie d’Oro al V.M., oltre all’immagine della Santa ed altre foto riguardanti i ‘pezzi artigliereschi’.
Sopra un cavalletto faceva bella mostra di se il Progetto del “Monumento agli Artiglieri”, firmato dall’Architetta Nausikaa M. Rahmati che il prossimo15 Giugno sarà inaugurato nel Cimitero di Trespiano in Firenze.
Al termine un ‘Buffet’ caldo e freddo, ha rifocillato i presenti dopo alcune ore di esposizione alla temperatura di 1°.
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