La Farmacia del Moro
Proprio al centro di Firenze, la più antica farmacia della città, ci riporta all’importanza che avevano le Congregazioni delle Arti fiorentine. Esse univano il mestiere con la cultura letteraria, tanto da costituirne Accademie che sono state l’inizio di una storia linguistica senza precedenti.
L’insegna interna affrescata sul muro dell’attuale negozio ci porta alla data nella quale questa antica farmacia si sposto in questo luogo. Era il 1521 quando da Via Cerretani, poco distante quindi, traslocò in quest’altro angolo della strada.
La Farmacia “All'insegna del Moro”, ma anche denominata “Spezieria del Moro o del Saracino” fu fondata nell'anno 1265 ed è la più antica farmacia di Firenze.
Questa denominazione la dobbiamo molto probabilmente al ricordo dell’abilità che già dal medioevo gli arabi avevano nell'arte farmaceutica e nell’alchimia.
All’interno vi è posta una lapide in marmo di Carrara che ci riporta al momento più esaltante della Farmacia stessa. che cita:
"In questa officina già del Saracino or del Moro, fin dal MDXXI fu farmacista A.F. Grazzini da Staggia, leggiadro poeta, commediografo e novelliere che quivi accolti a sua cura precipua Machiavelli, Mazzuoli da Strada e lo Zanchino, con altri di quei dotti in lieti convegni, l'Accademia degli Umidi di poi Fiorentina, fondava le cui dette incruscate adunanze in quelle della celebre Crusca si trasmutarono, nelle quali tutte ei tolse il nome da impresa ove una lasca guizza dall'onda a ghermire incauta farfalla".
Anton Francesco Grazzini da Staggia, famoso anche con il soprannome di “Lasca”, speziale ed illustre poeta e commediografo, gestì la farmacia per un lungo periodo di tempo negli anni in cui fondò l’Accademia degli Umidi. La stessa Farmacia divenne luogo di studio e d’incontro di famosi letterati del tempo.
Le vetrate sulle porte d’ingresso e la lapide in marmo furono realizzate dal dottor Taverna nel 1905 all'atto dell'acquisto della farmacia.
Durante l’alluvione del 1966 molti utensili, un’intera collezione di vasi di ceramica bianca con iscrizioni in oro di epoca settecentesca, preziosi documenti antichi, strumenti e suppellettili sono andati perduti.
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