Minerva e la Chimera
La Minerva di Arezzo ritorna nei locali del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, mentre mentre la 'Chimera' parte per Los Angeles, per una mostra alla Villa Getty.
La Minerva rientra nelle sale fiorentine, dopo un restauro durato otto anni, nel suo nuovo aspetto accanto al calco che ripropone l'immagine 'Carradori', ovvero quella a noi nota fino al 2000. In una teca a parte saranno visibili il braccio costruito dallo scultore lorenese, il cui posizionamento risulta ormai completamente slegato alla nuova fisionomia della statua, e il 'serpentello' inventato sempre da Francesco Carradori per ornare il cimiero. Attraverso appositi pannelli verranno illustrate le varie fasi del restauro, gli aspetti storico artistici e i problemi relativi al rinvenimento della statua.
In concomitanza con l'eccezionale rientro della Minerva, parte il pezzo piu' noto del Museo: il grande bronzo etrusco della Chimera, ritrovato fuori Porta S. Lorentino ad Arezzo nel 1553.
Questo, datato al V secolo a. C., raffigura una bestia mitica, dalla triplice natura di leone, capra e serpente, figlia del gigante Tifone e di Echidna e vinta dall'eroe Bellerofonte. Per i fiorentini, la Chimera e' piu' di un eccezionale manufatto archeologico: e' un simbolo, il primo pezzo delle collezioni granducali, oggetto di cure particolari da parte di Cosimo I, come riferisce Benvenuto Cellini.
Ad accompagnare il viaggio della Chimera sara' un gruppo di 'Amici', sotto la presidenza del presidente dell'Istituto di Studi Etruschi e Italici Giovannangelo Camporeale.
La Minerva rientra nelle sale fiorentine, dopo un restauro durato otto anni, nel suo nuovo aspetto accanto al calco che ripropone l'immagine 'Carradori', ovvero quella a noi nota fino al 2000. In una teca a parte saranno visibili il braccio costruito dallo scultore lorenese, il cui posizionamento risulta ormai completamente slegato alla nuova fisionomia della statua, e il 'serpentello' inventato sempre da Francesco Carradori per ornare il cimiero. Attraverso appositi pannelli verranno illustrate le varie fasi del restauro, gli aspetti storico artistici e i problemi relativi al rinvenimento della statua.
In concomitanza con l'eccezionale rientro della Minerva, parte il pezzo piu' noto del Museo: il grande bronzo etrusco della Chimera, ritrovato fuori Porta S. Lorentino ad Arezzo nel 1553.
Questo, datato al V secolo a. C., raffigura una bestia mitica, dalla triplice natura di leone, capra e serpente, figlia del gigante Tifone e di Echidna e vinta dall'eroe Bellerofonte. Per i fiorentini, la Chimera e' piu' di un eccezionale manufatto archeologico: e' un simbolo, il primo pezzo delle collezioni granducali, oggetto di cure particolari da parte di Cosimo I, come riferisce Benvenuto Cellini.
Ad accompagnare il viaggio della Chimera sara' un gruppo di 'Amici', sotto la presidenza del presidente dell'Istituto di Studi Etruschi e Italici Giovannangelo Camporeale.
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