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La Cassaforte

E’ usuale a Firenze scoprire dettagli storici importanti che, con una semplice ricerca, portano alla luce curiosità interessanti, sconosciute perlopiù al grande pubblico ed alla storia popolare.
Intrappolato nello shopping post-natalizio, mi ritrovo a scegliere e provare alcuni vestiti all’interno di un famoso negozio fiorentino.
Noto una poltrona di pelle ben sistemata accanto ad una cassaforte medievale di fine ‘400.
Una cassaforte nella cassaforte. Murata all’interno di uno spesso divisorio di palazzo, una grande vasca in pietra scalpellata fa da sottofondo ad una grande nicchia. All’interno della nicchia un primo sportello in legno massiccio, rivestito in lamina di ferro, “borchiato”, nel quale è incastonato un marchingegno di chiusura, anch’esso in metallo, con una chiave.

Lo sportello principale, anch’esso in legno massello, probabilmente di quercia, poi verniciato, è tempestato di borchie e bulonature. Al suo interno, manovrato da una grande chiave, una serratura d’altri tempi, con rimandi alle soglie della cassaforte, anch’esse in pietra serena, in basso, in alto, a destra e a sinistra.
Il buco della cassaforte, ad un’attenta verifica, si scopre rivestito di lastroni, anch’essi di pietra scalpellata. La cassaforte non è il muro, ma è incastonata nel muro e assemblata in loco con lastre di pietra serena ben lavorata.

Uno sguardo attento mi porta poi a verificare i capitelli delle colonne che reggono le volte delle stanze, ed a notare che ad ogni base, è stata scolpita l’”Aquila dorata che germisce un torsello”.
Non è stato difficile collegare il fatto a che quella stanza facesse parte dell’adiacente (ma probabilmente tutto il palazzo in cui mi trovavo ne faceva parte) Palazzo dell'antica sede dell'Arte di Calmala, con il simbolo della corporazione che ritroviamo dappertutto, sia all’interno che all’esterno dell’edificio.
Riguardo al torsello, si tratta di un pacco di tessuti e stoffe legato da una corda.
L'Arte dei Mercatanti o di Calimala era una delle Arti Maggiori tra le corporazioni di arti e mestieri di Firenze. Il nome deriva da via Calimala, nel centro di Firenze, dove esistevano numerose botteghe dell'Arte.
L’Arte di Calimala fu fondata intorno al 1182, dai mercanti fiorentini che al tempo commerciavano prevalentemente stoffe e drappeggi.
La parola “Calimala” ha ispirato ricerche importanti e sono state formulate alcune ipotesi plausibili sulla propria origine.

Dino Compagni fa risalire il nome al greco “kalos mallos” interpretandolo in “bella lana”, vista la prospicenza e la vicinanza dei magazzini dell’Arte della Lana.
Un’interpretazione più recente è quella dello storico Franco Cardini che fa risalire l’origine a “calle maia”, in pratica la strada principale, quella del Cardo Maximo romano.
Oppure anche dal latino “callis malus”, tradotto volgarmente come strada brutta.

L'Arte di Calimala venne soppressa nel 1770 dal Granduca Pietro Leopoldo di Lorena, quando fu istituita la Camera di Commercio.
I soci di questa Arte importavano le materie prime, come la lana grezza proveniente dall’Inghilterra o dalla penisola iberica (in quanto ritenute le migliori sul mercato), ma anche stoffe e tessuti dalle fiere della Champagne in Francia e per questo detti panni franceschi. I mercanti si riunirono in potenti compagnie commerciali che aprirono diverse filiali e magazzini in molte città europee e del nord Africa; gli agenti dell’Arte di Calimala che vivevano all’estero trattavano perciò anche l’acquisto di merci locali come perle, corallo, oro, argento e seta.
Mi sono quindi immaginato che una cassaforte di questo tipo, potesse essere stata utilizzata per depositi di denaro e pietre preziose, per contenere documenti riferiti agli scambi commerciali del medioevo e del rinascimento fiorentino.
Un mezzo, uno strumento, che ancora oggi avrebbe una sua funzione, fosse altro che per il proprio eccezionale stato di conservazione.

Commenti

  1. Complimenti anche per questa ennessima perla!!! E dove sarebbe questo negozio??

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  2. Grazie Niccolò :-) è in Via Porta Rossa!!

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