Nuovo cielo nella Cappella de' Pazzi in Santa Croce
E' stato completato il restauro degli affreschi della Cappella de' Pazzi nella basilica di Santa Croce che riproducono il cielo di Firenze del 4 luglio 1442.
Dopo nove mesi di lavori continuativi di restauro, interamente finanziati dall'Opera di Santa Croce per un importo complessivo di 70.000 euro, si può nuovamente ammirare la posizione delle stelle e dei pianeti che hanno permesso di datare il cielo raffigurato nella cupola della cappella.
Dopo alcuni crolli dell'intonaco e quindi anche dell'affresco avvenuti nei secoli scorsi, rimangono visibili solo una parte che copre circa il 50% della cupoletta.
Il restauro ha recuperato la maggior parte degli elementi originali, con il tempo e con i restauri precedenti sono state riscontrate varie pitture sovrapposte.
Sono state anche restaurate e reintegrate le pitture in oro con la stessa tipologia di materiale.
Nel periodo medievale e successivamente nel rinascimento era una buona consuetudine far rappresentare le volte celesti negli edifici pubblici o di culto.
A Firenze, questo tipo di opere, si ritrovano in due edifici del Brunelleschi, una nella Sacrestia Vecchia nella Basilica di San Lorenzo e l'altra appunto nella Cappella dei Pazzi.
Sia nell'una che nell'altra viene affrescata la "cupoletta della scarsella" e come abbiamo già detto, rappresenta il cielo e le sue stelle di Firenze il 4 luglio 1442.
E' molto probabile che l'affresco sia stato realizzato da Giuliano d'Arrigo chiamato "Pesello" con la consulenza astronomica di Paolo dal Pozzo Toscanelli, astronomo e matematico del tempo.
La data è da collegarsi alla venuta di Renato d'Angiò, in terra fiorentina, mitizzato come nuovo condottiero per una nuova crociata.
Dopo nove mesi di lavori continuativi di restauro, interamente finanziati dall'Opera di Santa Croce per un importo complessivo di 70.000 euro, si può nuovamente ammirare la posizione delle stelle e dei pianeti che hanno permesso di datare il cielo raffigurato nella cupola della cappella.
Dopo alcuni crolli dell'intonaco e quindi anche dell'affresco avvenuti nei secoli scorsi, rimangono visibili solo una parte che copre circa il 50% della cupoletta.
Il restauro ha recuperato la maggior parte degli elementi originali, con il tempo e con i restauri precedenti sono state riscontrate varie pitture sovrapposte.
Sono state anche restaurate e reintegrate le pitture in oro con la stessa tipologia di materiale.
Nel periodo medievale e successivamente nel rinascimento era una buona consuetudine far rappresentare le volte celesti negli edifici pubblici o di culto.
A Firenze, questo tipo di opere, si ritrovano in due edifici del Brunelleschi, una nella Sacrestia Vecchia nella Basilica di San Lorenzo e l'altra appunto nella Cappella dei Pazzi.
Sia nell'una che nell'altra viene affrescata la "cupoletta della scarsella" e come abbiamo già detto, rappresenta il cielo e le sue stelle di Firenze il 4 luglio 1442.
E' molto probabile che l'affresco sia stato realizzato da Giuliano d'Arrigo chiamato "Pesello" con la consulenza astronomica di Paolo dal Pozzo Toscanelli, astronomo e matematico del tempo.
La data è da collegarsi alla venuta di Renato d'Angiò, in terra fiorentina, mitizzato come nuovo condottiero per una nuova crociata.
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