Visita al Corridoio Vasariano
Grazie ad una associazione no profit, ho avuto il piacere di visitare il Corridoio Vasariano prima che a settembre 2009 chiuda per restauro per circa 3 anni e mezzo. Il Corridoio riaprirà all'interno del nuovo polo museale dei "Grandi Uffizi".
Così come tutta la Galleria degli Uffizi, il Corridoio Vasariano fu progettato e realizzato da Giorgio Vasari, aretino, personaggio "quasi" mitico della progettazione a Firenze e scrittore della biografia dei grandi artisti del tempo.
Si tratta di una sopraelevata, tutta costruita su strutture esistenti che fa da collegamento tra Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti, passando per la Galleria degli Uffizi e sopra il Ponte Vecchio.
Il Corridoio Vasariano fu progettato e costruito in 5 mesi, proprio per dare un forte segnale ed una vera discriminazione di ceto dal Granduca Cosimo I de' Medici.
Il matrimonio tra il figlio del granduca, Francesco, con Giovanna d'Austria fu l'occasione per dare mandato al Vasari di progettare questo percorso.
Questioni di sicurezza e la situazione politica che si era venuta a creare a Firenze in quel periodo, l'abolizione dell'antica Repubblica fiorentina da parte del Duca Alessandro non era stata ancora ben digerita, fece nascere l'idea di un percorso alternativo alla normale via di comunicazione tra il luogo della politica cittadina (Palazzo Vecchio) e la residenza del Granduca (Palazzo Pitti), in questo modo la "corte" poteva muoversi liberamente.
Le botteghe dei "Beccai" (macellai dell'epoca) con le loro lavorazioni delle carni che si esercitavano principalmente sul Ponte Vecchio, furono trasferite a Sant'Ambrogio, si evitavano così i cattivi odori dovuti alle frollature, non degni di così grande levatura, al passaggio del granduca e del suo "contorno", al posto dei macellai vi si fecero trasferire le botteghe orafe che tutt'oggi hanno la massima espressione sul Ponte Vecchio.
Nella zona centrale sopra il Ponte Vecchio si aprono una serie grandi finestre panoramiche sull'Arno in direzione del Ponte Santa Trinita. Furono realizzate nel 1939 per ordine di Benito Mussolini, quando Adolf Hitler venne in visita ufficiale a Firenze. Una leggenda dice che la bellezza di questa veduta fu la possibile ragione che salvò il ponte dalla distruzione durante i bombardamenti, a differenza di tutti gli altri ponti cittadini che furono distrutti. La verità pare sia un'altra; il comandante delle truppe tedesche a Firenze volle lui stesso esplicitamente dare ordine che il Ponte Vecchio non fosse minato.
(posterò un approfondimento tra qualche giorno su questo argomento)
Nel film di Roberto Rossellini "Paisà", il Corridoio Vasariano fu l'unica via percorribile nel momento dei bombardamenti alla fine della Seconda Guerra Mondiale. I partigiani nel 1944 lo utilizzarono molto spesso per i loro trasferimenti da una parte all'altra dell'Arno.
Finito Ponte Vecchio, particolare attenzione daremo alla Torre dei Mannelli, alla quale il Corridoio Vasariano gira intono. La Torre dei Mannelli è all'estremità di Ponte Vecchio di là d'Arno. La famiglia Mannelli si oppose strenuamente alla demolizione per far passare il Corridoio, opposizione che ebbe una particolare incisività, tanto da costringere il Vasari di progettarne un "detounement". La leggenda dice che finita la costruzione del passaggio, il Granduca non apprezzò di buon grado questo restringimento del corridoio, costrizione dovuta alla deviazione, e non si sa bene come quella famiglia dei Mannelli visse gli anni successivi nella propria torre, qualcuno dice che furono addirittura tutti uccisi.
La cosa particolarmente curiosa è che se da una parte la famiglia Mannelli non concesse il permesso di oltrepassare la propria torre, la famiglia proprietaria del palazzo successivo apri le proprie porte al passaggio dell'opera granducale inserendo dentro la propia abitazione il Corridoio Vasariano, si notano benissimo sulla parete di destra due porte dell'epoca chiuse da muratura.
Oltrepassato l'Arno il corridoio si affianca al loggiato della facciata della chiesa di Santa Felicita. Li si apre una porta e una grande finestra protetta da una grande griglia in ferro, che sporge con un balcone, molto riservato e protetto da sguardi indiscreti, direttamente dentro la chiesa, la famiglia granducale poteva così assistere alla messa senza scendere tra il popolo.
Il percorso prosegue verso Palazzo Pitti sino a raggiungere la grotta del Buontalenti, salendo però di un piano porta direttamente all'interno del palazzo, senza mai uscire all'aperto.
Il Corridoio Vasariano contiene, appesa alla pareti, la più vasta collezione di autoritratti del mondo e una parte di ritratti del seicento e del settecento, la maggior parte dei quali sono riferiti alla famiglia de' Medici; da notare i ritratti dei bambini della famiglia.
Nella prima parte del percorso si trovano opere di artisti anche molto conosciuti e dipinti dell'arte veneziana del rinascimento.
Gli autoritratti sono esposti in ordine cronologico, si comincia con quello ormai famoso del Vasari e l'ipotetico di Leonardo Da Vinci, per proseguire con Velasquez, sino a raggiungere l'eta moderna; l'ultimo esposto è quello di Marc Chagall (Vitebsk, 7 luglio 1887 – Saint-Paul de Vence, 28 marzo 1985) (in verità ci sembrava impossibile, ma ci siamo dovuti ricredere, ha vissuto ben 98 anni) donato dal pittore stesso al Polo Museale Fiorentino.
Artisti contemporanei che hanno donato il proprio autoritratto, ma non esposto per mancanza di spazio, Folon e Botero.
Un'esperienza fantastica, degna del prezzo di "costo", intendendo senza scopo di lucro (45 euro compresa visita guidata agli Uffizi).
Si tratta di una sopraelevata, tutta costruita su strutture esistenti che fa da collegamento tra Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti, passando per la Galleria degli Uffizi e sopra il Ponte Vecchio.
Il Corridoio Vasariano fu progettato e costruito in 5 mesi, proprio per dare un forte segnale ed una vera discriminazione di ceto dal Granduca Cosimo I de' Medici.
Il matrimonio tra il figlio del granduca, Francesco, con Giovanna d'Austria fu l'occasione per dare mandato al Vasari di progettare questo percorso.
Questioni di sicurezza e la situazione politica che si era venuta a creare a Firenze in quel periodo, l'abolizione dell'antica Repubblica fiorentina da parte del Duca Alessandro non era stata ancora ben digerita, fece nascere l'idea di un percorso alternativo alla normale via di comunicazione tra il luogo della politica cittadina (Palazzo Vecchio) e la residenza del Granduca (Palazzo Pitti), in questo modo la "corte" poteva muoversi liberamente.
Le botteghe dei "Beccai" (macellai dell'epoca) con le loro lavorazioni delle carni che si esercitavano principalmente sul Ponte Vecchio, furono trasferite a Sant'Ambrogio, si evitavano così i cattivi odori dovuti alle frollature, non degni di così grande levatura, al passaggio del granduca e del suo "contorno", al posto dei macellai vi si fecero trasferire le botteghe orafe che tutt'oggi hanno la massima espressione sul Ponte Vecchio.
Nella zona centrale sopra il Ponte Vecchio si aprono una serie grandi finestre panoramiche sull'Arno in direzione del Ponte Santa Trinita. Furono realizzate nel 1939 per ordine di Benito Mussolini, quando Adolf Hitler venne in visita ufficiale a Firenze. Una leggenda dice che la bellezza di questa veduta fu la possibile ragione che salvò il ponte dalla distruzione durante i bombardamenti, a differenza di tutti gli altri ponti cittadini che furono distrutti. La verità pare sia un'altra; il comandante delle truppe tedesche a Firenze volle lui stesso esplicitamente dare ordine che il Ponte Vecchio non fosse minato.
(posterò un approfondimento tra qualche giorno su questo argomento)
Nel film di Roberto Rossellini "Paisà", il Corridoio Vasariano fu l'unica via percorribile nel momento dei bombardamenti alla fine della Seconda Guerra Mondiale. I partigiani nel 1944 lo utilizzarono molto spesso per i loro trasferimenti da una parte all'altra dell'Arno.
Finito Ponte Vecchio, particolare attenzione daremo alla Torre dei Mannelli, alla quale il Corridoio Vasariano gira intono. La Torre dei Mannelli è all'estremità di Ponte Vecchio di là d'Arno. La famiglia Mannelli si oppose strenuamente alla demolizione per far passare il Corridoio, opposizione che ebbe una particolare incisività, tanto da costringere il Vasari di progettarne un "detounement". La leggenda dice che finita la costruzione del passaggio, il Granduca non apprezzò di buon grado questo restringimento del corridoio, costrizione dovuta alla deviazione, e non si sa bene come quella famiglia dei Mannelli visse gli anni successivi nella propria torre, qualcuno dice che furono addirittura tutti uccisi.
La cosa particolarmente curiosa è che se da una parte la famiglia Mannelli non concesse il permesso di oltrepassare la propria torre, la famiglia proprietaria del palazzo successivo apri le proprie porte al passaggio dell'opera granducale inserendo dentro la propia abitazione il Corridoio Vasariano, si notano benissimo sulla parete di destra due porte dell'epoca chiuse da muratura.
Oltrepassato l'Arno il corridoio si affianca al loggiato della facciata della chiesa di Santa Felicita. Li si apre una porta e una grande finestra protetta da una grande griglia in ferro, che sporge con un balcone, molto riservato e protetto da sguardi indiscreti, direttamente dentro la chiesa, la famiglia granducale poteva così assistere alla messa senza scendere tra il popolo.
Il percorso prosegue verso Palazzo Pitti sino a raggiungere la grotta del Buontalenti, salendo però di un piano porta direttamente all'interno del palazzo, senza mai uscire all'aperto.
Il Corridoio Vasariano contiene, appesa alla pareti, la più vasta collezione di autoritratti del mondo e una parte di ritratti del seicento e del settecento, la maggior parte dei quali sono riferiti alla famiglia de' Medici; da notare i ritratti dei bambini della famiglia.
Nella prima parte del percorso si trovano opere di artisti anche molto conosciuti e dipinti dell'arte veneziana del rinascimento.
Gli autoritratti sono esposti in ordine cronologico, si comincia con quello ormai famoso del Vasari e l'ipotetico di Leonardo Da Vinci, per proseguire con Velasquez, sino a raggiungere l'eta moderna; l'ultimo esposto è quello di Marc Chagall (Vitebsk, 7 luglio 1887 – Saint-Paul de Vence, 28 marzo 1985) (in verità ci sembrava impossibile, ma ci siamo dovuti ricredere, ha vissuto ben 98 anni) donato dal pittore stesso al Polo Museale Fiorentino.
Artisti contemporanei che hanno donato il proprio autoritratto, ma non esposto per mancanza di spazio, Folon e Botero.
Un'esperienza fantastica, degna del prezzo di "costo", intendendo senza scopo di lucro (45 euro compresa visita guidata agli Uffizi).
Blog molto interessante!! Complimenti, ottimo lavoro... insegnamo ad amare la nostra città... raccontiamola!
RispondiEliminaGrazie, ma il mio blog non basterà... Ci vorrebbe il mio progetto che per ora è fermo nel cassetto :-)
RispondiEliminaForse intedevi dire il MIO progetto fermo in un cassetto!???... facciamo a chi arriva primo? ... ih ih ih! dai scherzo!... buon blogging! Ancora complimenti! Da ieri hai un nuovo lettore!
RispondiEliminaeh, ma non mi serve.
RispondiEliminacomunque è carino... ^^
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