Le Campane e l'Orologio della Torre di Arnolfo di Cambio

La torre di Palazzo Vecchio fu costruita verso il 1310 quando il corpo del palazzo era quasi terminato. Posta sulla facciata (ispirandosi probabilmente al Castello dei Conti Guidi a Poppi), si appoggia solo in parte alle murature sottostanti, presentando il lato frontale costruito completamente in falso (cioè sporgente rispetto alle strutture sottostanti).
Alta circa 94 metri, la torre poggia su una casa-torre preesistente appartenuta ai Foraboschi o, secondo altre fonti, ai Della Vacca, per questo non è centrata sulla facciata, ma spostata verso il lato sud.
Il ballatoio della cella campanaria è sostenuto da mensoloni con archetti ogivali, sopra il quale poggia un'edicola con archi a tutto sesto sostenuti da quattro massicce colonne in muratura sormontate da capitelli a foglie. Nella cella sono attaccate tre campane: La Martinella, che richiama i fiorentini ad adunanza, la Campana del Mezzogiorno, la Campana dei Rintocchi (la più grande). Attorno ad una delle colonne si può vedere la scaletta a chiocciola che permette di salire sulla copertura.
Il grande orologio fu originariamente costruito dal fiorentino Nicolò Bernardo, ma rimpiazzato nel 1667 da uno realizzato da Giorgio Lederle di Augusta e montato da Vincenzo Viviani, che è ora di nuovo finzionante.
Ancora un pezzo di storia fiorentina che rende curiosa ed interessante ogni parte della città, ogni angolo e piccolo pezzo di pietra.
Alta circa 94 metri, la torre poggia su una casa-torre preesistente appartenuta ai Foraboschi o, secondo altre fonti, ai Della Vacca, per questo non è centrata sulla facciata, ma spostata verso il lato sud.
Il ballatoio della cella campanaria è sostenuto da mensoloni con archetti ogivali, sopra il quale poggia un'edicola con archi a tutto sesto sostenuti da quattro massicce colonne in muratura sormontate da capitelli a foglie. Nella cella sono attaccate tre campane: La Martinella, che richiama i fiorentini ad adunanza, la Campana del Mezzogiorno, la Campana dei Rintocchi (la più grande). Attorno ad una delle colonne si può vedere la scaletta a chiocciola che permette di salire sulla copertura.
Il grande orologio fu originariamente costruito dal fiorentino Nicolò Bernardo, ma rimpiazzato nel 1667 da uno realizzato da Giorgio Lederle di Augusta e montato da Vincenzo Viviani, che è ora di nuovo finzionante.
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